Tagliatelle con la Mollica
Tagliatelle con la mollica
Le Ricette che non ti Ricordi
Un piatto povero, nato per recuperare il pane raffermo, ma ricco di sapore e tradizione. Le tagliatelle con la mollica erano un classico nelle cucine ciociare nei giorni senza carne, quando l’ingegno contadino trasformava pochi ingredienti in un pranzo indimenticabile.
Ingredienti (per 4 persone)
- 350 g di tagliatelle (preferibilmente all’uovo)
- 3 cucchiai abbondanti di mollica di pane raffermo
- 2 spicchi d’aglio
- 4 filetti di alici sott’olio o dissalate
- Olio extravergine d’oliva q.b.
- Peperoncino (facoltativo)
- Prezzemolo fresco tritato (facoltativo)
- Sale q.b.
Procedimento
- In una padella ampia, versa un generoso filo d’olio e fai imbiondire gli spicchi d’aglio.
- Aggiungi le alici e falle sciogliere a fuoco basso.
- Unisci la mollica sbriciolata finemente e lasciala tostare, mescolando spesso, finché non diventa dorata e croccante.
- A parte, cuoci le tagliatelle in abbondante acqua salata. Scolale al dente e versale direttamente nella padella con il condimento.
- Salta tutto insieme per un minuto, aggiungendo un mestolino di acqua di cottura se serve.
- A piacere, aggiungi del prezzemolo fresco tritato e un pizzico di peperoncino.
Lo facevano così perché…
Questa ricetta permetteva di non sprecare il pane raffermo e di insaporire la pasta con quel che c’era in dispensa. Le alici erano spesso usate come “insaporitori” al posto della carne, e la mollica tostando diventava quasi un formaggio povero.
Varianti e consigli moderni
- Puoi aggiungere scorza di limone grattugiata per una nota fresca.
- Una manciata di noci tritate dà una piacevole croccantezza.
- Per i più golosi, una spolverata di pecorino ci sta a meraviglia, anche se la versione originale era senza.
L’ingrediente che fa la differenza
La mollica di pane, che assorbe il sapore delle alici e dell’aglio, diventando l’anima croccante e saporita del piatto.
Concludiamo col cuore
Un primo semplice, umile e carico di sapore. Le tagliatelle con la mollica sono la prova che anche la cucina più povera sa essere raffinata. È il piatto che racconta la capacità di far festa con poco, con amore e con memoria.
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