Sanguinaccio Ciociaro
Sanguinaccio Ciociaro
Le Ricette che non ti Ricordi
Il “sanguinaccio” era un piatto rituale, preparato solo nei giorni della macellazione del maiale. Si usava il sangue fresco dell’animale, insaporito con aromi, cipolla, uvetta o pinoli, e servito caldo, spesso con pane casereccio. Era il simbolo di un’economia contadina in cui ogni parte del maiale veniva valorizzata, anche quella più inaspettata.
Ingredienti (per 4 persone)
- 500 ml di sangue di maiale fresco (ben filtrato)
- 1 cipolla grande
- 30 g di uvetta (ammollata)
- 30 g di pinoli
- 2 foglie di alloro
- 1 cucchiaio di aceto di vino bianco
- 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva
- Sale e pepe q.b.
- Facoltativo: un pizzico di cannella o chiodi di garofano
Procedimento
- In una casseruola, soffriggi la cipolla tritata finemente con l’olio e l’alloro.
- Quando la cipolla è dorata, aggiungi i pinoli e l’uvetta scolata.
- Versa il sangue lentamente, mescolando continuamente per non farlo rapprendere a grumi.
- Aggiungi l’aceto, che aiuta a coagulare e smorzare il sapore intenso.
- Sala, pepa e – se vuoi – aggiungi un pizzico di spezie.
- Cuoci a fuoco dolce per circa 10-15 minuti, fino ad ottenere una crema densa.
- Servi caldo, accompagnato da fette di pane casereccio abbrustolito.
Lo facevano così perché…
Nel giorno della sfrittuliata (la preparazione delle parti del maiale), si raccoglieva anche il sangue, che andava usato subito. Il piatto era una ricompensa per chi lavorava duramente tutto il giorno nella lavorazione del maiale. Un alimento energetico e ricco, ma anche simbolico.
Varianti e consigli moderni
- Versione dolce: con cioccolato fondente, zucchero, cannella e scorza d’arancia (molto diffusa nel napoletano e in parte del Lazio meridionale).
- Con riso o polenta: per un piatto più completo e corposo.
- In sfoglia: racchiuso in pasta sfoglia come finger food tradizionale reinterpretato.
- Oggi si può sostituire il sangue con versioni vegetali “ispirate” per un effetto simile ma senza ingredienti animali.
L’ingrediente che fa la differenza
L’aceto, che regala equilibrio e struttura al piatto. E i pinoli, che con l’uvetta creano quel contrasto dolce-salato tipico del gusto contadino raffinato senza pretese.
Concludiamo col cuore
Il sanguinaccio ciociaro non è solo una ricetta, è un atto di rispetto verso il cibo e la fatica. Era la memoria di un’economia circolare antelitteram, dove niente si sprecava. Mangiarlo oggi è fare un salto indietro in una tradizione forte, coraggiosa e piena di verità.
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